Congedo post parto, stessi diritti per padri e madri

In Gran Bretagna è stata approvata la legge che conferisce pari diritti alle mamme e papà che richiedono il congedo dopo il parto. E’ una legge eccezionale che mette in primo piano la famiglia e sottolinea il profondo rispetto dell’intero nucleo familiare senza creare distinzioni nei ruoli di padre e madre.


E’ ovvio che nelle prime settimane di vita, sino al terzo mese, il ruolo della neomamma è indispensabile, soprattutto se si allatta al seno. Il rapporto biochimico instaurato durante la gestazione tra mamma e neonato, prosegue dopo la nascita attraverso l’allattamento.  Il bimbo riconosce l‘odore della mamma e la sua voce, ma è stato recentemente dimostrato che quando è ancora nel pancione, il piccolo ascolta anche la voce del suo papà che è quella che gli rimane più impressa.

Il neonato ricorda bene certi suoni ed è per questo che è estremamente più benefica per lui la vicinanza del padre, in assenza della mamma, più di qualunque altro familiare o tata.

In Italia, sebbene  rispetto alla fruizione dei congedi parentali (volontari) sino all’8° anno di età del bambino la legge (D.Lgs. n. 151/2001) preveda uguali diritti per entrambi i genitori, a usufruirne è quasi esclusivamente la madre. La ricerca di Hera, che analizza il biennio 2008-2009, registra 88 casi di congedi parentali fruiti da uomini, con una durata media di 18 giorni a fronte dei 180 giorni massimi previsti per legge.

Viene quindi spontaneo domandarsi se non sia ora di approvare anche in Italia una legge, come quella che ha dato a tanti papà inglesi la possibilità di stare con i propri piccoli.

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