Le tisane piacciono e curano

L’uso delle erbe era conosciuto già 1500 anni prima di Cristo, come emerge da alcuni papiri ritrovati in Egitto. Ippocrate, il primo medico della storia, consigliava di bere tisane regolarmente per eliminare le sostanze inutili dell’organismo e per depurare, poi ve ne erano delle altre che avevamno impieghi specifici, come la tisana alla menta per lo stomaco e che ancora oggi viene usata per migliorare la digestione.


Plinio il Vecchio, un erudito latino, ne aveva descritte più di mille, descrivendone le sue proprietà. Nel tempo e col progredire delle scienze si iniziò a sintetizzare i principi attivi delle piante per creare i primi farmaci e lo sviluppo della scienza ufficiale ha sminuito e riposto nel dimenticatoio l’uso delle piante al naturale.

In genere nella tisana troviamo una miscela di almeno due piante, una delle quali è detta principale ed è caratterizzata dalle proprietà che s’intendono sfruttare (digestive, diuretiche, epatiche ecc.). L’azione della pianta principale è integrata e ampliata da una o più piante dette adiuvanti. Talvolta nelle tisane, oltre all’elemento principale e all’adiuvante, si trova una pianta che ha la funzione di migliorarne il gusto.

Attualmente le pratiche erboristiche sono state riscoperte per curare e revenire malattie con principi attivi vegetali. In particolare le tisane vengono utilizzate per raffreddori, tosse, influenze o problemi gastrointestinali o anche per l’insonnia.

Dalle tisane si devono distinguere gli infusi, generalmente più leggeri, preparati con acqua bollente versata direttamente su fiori, foglie, semi o radici e lasciati a riposo per un tempo variabile.

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